NAVIGLIOINSCENA


Qualche nota storica

Il primo canale navigabile progettato per unire pavia con Milano risale all’età viscontea, furono proprio i Visconti nel 1359 che diedero il via ai lavori.

Nel giugno del 1819 si iniziò la costruzione di un nuovo canale navigabile, il Naviglio Pavese, immaginato per completare la rete di comunicazione con i bacini idrici lombardi.
Il sogno tanto sospirato dai milanesi nei secoli sembrava finalmente realtà; il mare si poteva finalmente raggiungere tramite il Naviglio di Pavia ed il Po.
Il Lago Maggiore era collegato tramite il Naviglio Grande e il Ticino mentre il Lago di Como tramite il Naviglio della Martesana e l’Adda.

Da quel momento ebbe inizio un periodo d’oro di circa 50 anni in cui il Naviglio fu percorso da un intensissimo traffico d’imbarcazioni.

L’arrivo della ferrovia, nel 1862 comportò un significativo calo delle merci trasportate via acqua, ma il traffico di barche, pur diminuito, non si interruppe.
Vennero poi le automobili e i navigli entrarono in abbandono; le loro acque furono utilizzate dalle industrie per produrre energia elettrica ma anche come scarico.
Decaddero lentamente anche tutti gli altri Navigli. Gli ultimi ad andare in crisi furono quelli di Martesana e il Naviglio Grande.

Il Naviglio di Pavia è infine stato declassato a semplice a semplice canale d’irrigazione e la sua funzione di trasporto è stata sospesa definitivamente con la legge n.450 del 1985.

Oggi il canale appare trascurato e privo di vita, le rive sono sporche e maltenute, le acque appaiono torbide nonostante l’insieme offre anche panorami e scorci molto suggestivi.

La prima fonte di inquinamento proviene dalle Trobbie, 3 torrenti che scendono dalla Brianza verso Melzo e, a Villa Fornaci, passano sotto la Martesana.

Oggi è impossibile ripristinare la navigazione fluviale d’un tempo a causa dei moltissimi ponti rasi e fissi. Ma esiste “il progetto della Martesana “che costituisce un’interessante risposta per restituire all’uomo della metropoli lombarda il fascino e lo splendore del sistema dei Navigli.


Borgo Calvenzano fu chiamato così nel 1875. Nel 1816 una estesa linea di fabbricati venne costruita tra il Naviglio e le fossa delle mura del Castello; fabbricati destinati alle esigenze della navigazione, coi magazzini generali, i depositi e le stazioni di approdo dei natanti. Si trattava di edifici di oltre 850 metri quadrati con una fila di arconi. Solcavano il Naviglio le barche-corriere, i barconi per il trasporto di ghiaia, sabbia e merce pesante.

Si tratta di magazzini porticati, di servizio alla navigazione sul Naviglio, chiamati oggi come allora Borgo Calvenzano: unici in tutta la rete idroviaria lombarda, consistono in una lunga e continua schiera di edifici a corte affacciati sul viale e paralleli all'alzaia. Si aprono a piano terra in un porticato continuo con archi a tutto sesto, separato, mediante una fascia marcapiano, da un ordine superiore con semplici finestre rettangolari. I vari edifici sono intervallati da strette vie di passaggio, utilizzate per ospitare il cambio dei cavalli che trainavano a corda i barconi.

Nel tratto urbano del Naviglio, di fronte alla darsena della città, viene realizzata la prima e più importante infrastruttura di servizio alla navigazione: Borgo Calvenzano. 

Edificato tra 1816 e 1850, ospitava, sotto i suoi portici e nelle corti aperte, la vendita al minuto delle merci trasportate. Gli spazi a piano terreno servivano, infatti, da magazzini e officine, mentre i piani superiori erano sede di botteghe e rivendite di artigiani che vi risiedevano con la famiglia. Negli stretti passaggi tra un edificio e l'altro avvenivano il cambio e l'assistenza degli animali da tiro.

Il progetto
Le proposte di riqualificazione dell'area del Naviglio pavese a Borgo Calvenzano sono l'esito di un progetto PON di valorizzazione del patrimonio locale.
L'area su cui gli studenti si sono concentrati è oggi una sponda del canale, senza alcuna destinazione specifica, né qualificazione urbana: piccolo spazio verde a fianco di uno degli incroci più trafficati della città.
Gli studenti hanno prima di tutto ripensato alla storia di questo corso d'acqua e degli edifici più antichi che su di esso insistono. Da lì hanno cercato di immaginare nuove soluzioni, originali, forti, inaspettate, perché da uno spazio anonimo di passaggio nascesse un luogo dotato di senso.
Qui abbiamo raccolto i progetti degli studenti.

AIACHINI-ZINZI
AMODIO
ANDONIE
BERNUZZI-SORDELLI
CHILOIRO-RAGUSO
GHISLANDI
LORUSSO
MARCHESI
POZZOLI
SANTOS
SCORBATI